Sara Grosoli
Alla madre 
 
 
Madre-puma, proteggimi dall’orso 
sull’urbano crinale innevato. 
 
Mi imbocchi di dolci carcasse 
e il totem della mia stupidità 
è arso dal tuo esperto calore. 
 
L’ambascia dell’aura in attacco 
preme sul tuo trafitto piede. 
 
Con gli artigli scavi nel riposo 
di antalgica diluizione. 
 
Preghiera di lana sulle mie spalle, 
come sciamana sempre guarisci. 
 
Non c’è risparmio nel tuo perenne parto. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Chi galleggia? 
 
 
Con disgraziata erudizione 
apprendo i brividi e l’onore 
della parata pretoriana. 
 
Sulla terraferma dei topi 
il vascello frusta la campata. 
 
Mi insegue lo strascico bianco 
per lo spettacolo di appaiamento. 
 
L’antifona fibrillante dei bramini 
imbraccia ogni risonanza. 
 
I cani leggono la mano 
agli orpelli della magione. 
 
Aghi e spine, aghi e spine 
sulle ciglia troppo vicine. 
 
Principe Adamo, prestami tabacco 
e candele per arredare 
il terrore del mio naufragio. 
 
Spagnole e balcaniche rose 
sull’onesta coperta rincalzata. 
 
Allo squarcio buio dello scafo 
serpeggio nella pregna stoffa 
mentre i valletti vellutati 
asciugano la mia apnea salata.
 
Nota biografica
Sara Grosoli, nata nel 1977 a Carpi (Modena), si è laureata in lingue e letterature straniere presso l’Università di Bologna. 
Ha lavorato come consulente editoriale per la casa editrice Rizzoli (sezione narrativa straniera) e attualmente insegna. 
Una sua poesia è apparsa su «Books Brothers» (sito web) e un’altra è stata inclusa in un volume (Antologia di ammirazione femminile, LietoColle, Faloppio, 2008) patrocinato dall’Associazione “Il filo di Eloisa”.
 
 
Le immagini sono (C) Carlo Peroni 2001 
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