Gli occhi
I
Gli occhi che nella distanza chiudo
i pochi alberi all’orizzonte
la pioggia dalla finestra
«grazie per quello che fai
per i nostri bambini».
E poi un silenzio bianco
il riassunto, a millimetri
degli amori custoditi.
Uno solo è il male, una
la grande distanza che ci fa soffrire
erano questi gli occhi
e tu li avevi scambiati per altri occhi.
II
Passo nei minuti contati, nel suono di
una stanza chiusa senza porte e senza finestre.
È il luogo antico dove mi porti
una questione privata tra te e me.
Ecco gli oggetti nel buio
il chiarore del bacio che t’incontra
la mano che dimentica.
Se perdi il colore rimane il freddo
il senso nascosto del tuo confine.
Insegnami la lingua delle parole
mute, l’amore nel sonno, la distanza
della luce dal suo chiarore.
III
Sul treno le nuche a distanza
era di maggio appena finito
gli scarsi papaveri nella sera
orientale, le voci degli altri
gli oracoli dell’Est.
Il mare si estinguerà nei suoi confini
fino alle porte di Milano.
Luce tra i capelli che vi cerco
che vi dimentico, ti porterei
ti lascerei negli occhi
nello sguardo perduto di questa
canzone: “chiudo gli occhi sui suoi occhi
e abbraccio la paura”.
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Sebastiano Aglieco è nato a Sortino (Siracusa) il 29 gennaio 1961. Vive a Monza dove insegna nella scuola elementare. Ha fondato “Teatro Naturale”, un’associazione per l’espressività dell’infanzia e dell’adolescenza.
È autore di diverse sillogi poetiche, tra cui citiamo — oltre a Dolore della casa (Il Ponte del Sale, Rovigo, 2006) — anche Giornata (presentazione di Milo De Angelis, Edizioni La Vita Felice, Milano, 2003), vincitore nel 2004 del Premio “Montale Europa”. Interventi sulla poesia e inediti sono apparsi su varie riviste e in pubblicazioni collettive.
È redattore del semestrale «La Mosca di Milano».
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Le immagini sono (C) Carlo Peroni 2001
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