Una recensione
a cura di Cristina Bove
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Aa. Vv., La ricognizione del dolore, «Progetto Babele», Modena, 2007
A me questa antologia è piaciuta, lo confesso… so che il mio parere è strettamente personale, quindi, sulla scia di tutta la condivisibile prefazione di Pietro Pancamo, mi consento il diritto di elogiare e sostenere curatore e poeti che si esprimono in queste pagine.
Noto anch’io come sia difficile entrare nel sancta sanctorum della poesia ufficiale, della letteratura dotta e autorevole, e conosco anche l’altro aspetto, quello dei molti autoreferenti poeti, una schiera di improvvisatori che possono corrispondere a quei criteri riportati da Pancamo. Penso anche, però, che vi sia una nuova via da percorrere, che c’è davvero una poesia che nasce dall’ispirazione e che non conosce titoli accademici, ma si manifesta con intensa espressività e proprietà di linguaggio… Se la scelta di raccontarsi attraverso la poesia, che se ne conoscano o meno le regole (figure, metrica ecc.), riesce a produrre opere valide e piacevoli, per il contenuto, per la forma, perché non prestare attenzione e rifiutarne a priori la possibile validità?
D’altra parte, così come nella musica, chi può stabilire quali siano i confini entro cui definire valida o meno una composizione? Se allo studioso sono necessari relativi parametri cui attenersi, per quanto riguarda tecniche e stili, chi può dire che la musica di Mozart sia da preferire a quella dei “Genesis”?
Questa antologia presenta degli autori che, a mio avviso, hanno qualità comunicative e letterarie che ne rendono fruibile e gradevole la lettura.
Pur nel rispetto della tematica comune, ciascuno esprime in maniera originale, intensa e personale, la propria voce.
Non mostrano, non esibiscono sentimenti, si raccontano con le parole che nascono da un profondo sentire, dalle esperienze vissute, con toni e stili diversi, com’è giusto che sia.
Al lettore attento non sfuggirà la genuinità di questo incontro.
Cristina Bove
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Le immagini sono (C) Carlo Peroni 2001
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