Ricerca spasmodica di lasciare traccia
graffiti sulle colonne romane,
incisioni sui banchi di scuola,
chiavate con l’angoscia dentro,
ferite alle persone più care.
Agitarsi confuso di ombre
che vendono comprano scambiano
favori. Conferenze sull’aria fritta,
adunate oceaniche,
molotov nel tascapane.
EXEGI MONUMENTUM
— e giù una sprangata —
AERE PERENNIUS
— e ti frego il posto in Consiglio comunale.
E gli onesti sono un branco di stronzi
e i furbi anche
e nessuno lascia traccia.
L’ignota sentinella
che svegliò il villaggio
e fu sgozzata,
non durò lo spazio di un anno
nel ricordo dei suoi,
ma le mura dei
tremebondi abitanti
ancora svettano
e offrono ricetto — dopo un
buon pranzo nel ristorante
tipico medievale —
a una bella pisciata liberatoria.
Diedi un calcio nel millenovecentosettantuno
nel porto di Patrasso, un dì d’agosto,
a un sasso, che chiedeva solo
di essere lasciato in pace
a campare
al sole;
invece con una breve corsa è finito
nell’acqua — sporca di bitume e rifiuti —
incastonandosi sul fondo melmoso
da cui più non lo sposterà nessuno.
Anch’io ho fatto la mia parte!
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Angelo Cohelet, medico chirurgo, letterato e presidente di un’importante associazione culturale.
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Le immagini sono (C) Carlo Peroni 2001
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