Autrice del Gruppo Mediaset (e più precisamente della trasmissione Forum, in onda ogni giorno su Rete 4), la dottoressa Valentina Stangherlin curerà per «L(’)abile traccia» una rubrica “bifronte” che (attraverso articoli ad hoc ed interviste a personaggi famosi) svelerà il “rutilante” mondo della televisione, del quale ci fornirà — come una moderna stele di Rosetta1 (o di Valentina?) — l’infallibile chiave interpretativa. Ma esplorerà saltuariamente anche il cinema e allora (magicamente cambiando il proprio titolo in “Film di ferro”) ci presenterà le pellicole migliori (ossia qualitativamente più robuste e resistenti) fra quelle in programmazione nelle sale italiane; intanto non dimenticherà — è ovvio — fra recensioni, interventi mirati e nuovamente interviste, di riflettere in libertà sulla settima arte.
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1 “Stele di Rosetta: lastra di pietra rinvenuta nel 1799 presso la città di Rosetta in Egitto e recante un’epigrafe ripetuta in egiziano geroglifico, egiziano demotico e greco, tre differenti scritture raffrontando le quali gli studiosi (ed in particolare il francese Jean-François Champollion) riuscirono finalmente a decifrare e interpretare i geroglifici egizi”.
(Universo. La grande enciclopedia per tutti, Istituto geografico De Agostini, Novara)
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Duccio Forzano è nato a Genova il 17 ottobre 1960 e debutta in televisione nel 1996, quando viene contattato dallo staff di Claudio Baglioni per la realizzazione del videoclip Bolero. Approda quindi a Verissimo per tre anni, intervallandolo con piccole produzioni e i grandi concerti del tour di Claudio Baglioni “Da me a te”; nel 2000, su RaiUno, si cimenta per la prima volta con un varietà (Torno sabato, presentato da Giorgio Panariello) del sabato sera. Da allora ha lavorato coi volti più noti del piccolo schermo: è con Fabio Fazio nel 2001 per l’inaugurazione di LA7, con Paolo Bonolis per la regia di Italiani (Canale 5) e con Fiorello per Stasera pago io... (RaiUno); nel 2002 eccolo con Gianni Morandi a Uno di noi (RaiUno); nel 2003 firma la regia di Pavarotti & Friends e ancora lavora con Carlo Conti, Milly Carlucci, Cristina Parodi, Luisa Corna, Claudio Amendola.
L’anno seguente torna alla regia di Fiorello in Stasera pago io... revolution, al Galà della pubblicità con Gerry Scotti (Canale 5) e lavora con Fabrizio Frizzi e Giorgio Panariello. Nel 2005 è la volta di Scherzi a parte (con Alessia Marcuzzi, Diego Abatantuono e Massimo Boldi), Le nuvole. Tributo a Fabrizio De André (RaiUno) e di Speciale il verdetto (con Rita Dalla Chiesa). Nel 2006 e 2007, invece, di chetempochefa (RaiTre).
Tra i videoclip, oltre a quelli di Claudio Baglioni, si contano anche quelli di Fiorella Mannoia (1998) e di Francesco De Gregori (2005).
VALENTINA STANGHERLIN: Forzano, ci spiega cos’è la regia televisiva?
DUCCIO FORZANO: Regia vuol dire raccontare con le immagini e questo si intende sia in televisione che al cinema. Naturalmente tra la televisione e il cinema ci sono delle sostanziali differenze, nei mezzi ad esempio. In tv lo strumento per le riprese è la telecamera, mentre al cinema le cineprese, che girano su pellicola. Sono diversi i supporti. L’altra differenza, e forse la sostanziale, è che la televisione è spesso in diretta, mentre il cinema, ovviamente, viene girato e poi montato. In televisione, fare una regia significa anche fare una sorta di montaggio in diretta.
VALENTINA STANGHERLIN: Quanto conta la regia in un programma televisivo?
DUCCIO FORZANO: Negli ultimi anni poco. In passato c’erano i grandi registi come Antonello Falqui che avevano un grosso peso nella realizzazione di un programma e facevano la differenza. Purtroppo negli anni la figura del regista si è appiattita e i registi stessi sono diventati sempre di più gli esecutori materiali delle idee degli autori. Questo non dovrebbe succedere. Il regista dovrebbe essere il primo autore di un programma televisivo.
VALENTINA STANGHERLIN: Come si diventa registi?
DUCCIO FORZANO: Fortuna a parte, credo sia una questione di passione. Forse registi si nasce. Sicuramente non ci si improvvisa. E di base è sicuramente necessaria una buona conoscenza tecnica e una consistente dose di sensibilità.
VALENTINA STANGHERLIN: Ci racconterebbe i suoi inizi?
DUCCIO FORZANO: L’interesse per l’immagine è una cosa che mi porto dietro sin da bambino. Poi per necessità mi sono trovato a svolgere cento mestieri diversi, ma di base c’era sempre la passione di cui parlavo prima. Non avevo agganci o conoscenze che potessero aiutarmi, mi hanno sostenuto sempre la mia costanza e il convincimento che prima o poi ce l’avrei fatta. Tutto questo fino al giorno in cui un mio lavoro finì casualmente nelle mani di un cantante che ne rimase colpito e volle contattarmi. Quel cantante era Claudio Baglioni. Da lì, praticamente, è partito tutto.
VALENTINA STANGHERLIN: Ad oggi qual è l’esperienza che ricorda con più piacere?
DUCCIO FORZANO: Forse Assassine, per RaiUno. Un programma poco visto ma che mi ha dato enormi soddisfazioni e all’interno del quale ho potuto sperimentare generi diversi come quello della fiction, del reportage e del videoclip, tutto in un solo programma.
VALENTINA STANGHERLIN: Che cosa le piacerebbe fare in futuro?
DUCCIO FORZANO: Vorrei diventare un bravo regista cinematografico. Il cinema resta sempre la mia più grande passione.
VALENTINA STANGHERLIN: Lei è considerato uno dei migliori registi televisivi italiani. Crede di meritare questa fama?
DUCCIO FORZANO: Non so, sinceramente. So solo che cerco di dare il meglio di me, giorno dopo giorno. Ringraziando qualunque Dio esista per la fortuna enorme che mi è capitata.
Valentina Stangherlin
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Le immagini sono (C) Carlo Peroni 2001
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