La parola alla parola
|
La professoressa Marisa Napoli — autrice di numerosi testi didattici, usciti per i tipi di case editrici prestigiose quali Rizzoli, Zanichelli, Laterza — conduce all’Università cattolica di Milano (e per la precisione presso la Ssis, sorta di accademia dove i futuri docenti degli istituti superiori apprendono le migliori tecniche d’insegnamento) una serie di laboratori che, incentrati sulla scrittura creativa, consentono ai giovani — quelli laureati in latino e italiano — di sperimentare e acquisire una vasta gamma di competenze e abilità linguistiche, necessarie ad affrontare con maggior consapevolezza, un domani, il gravoso impegno di educare, istruendoli, gli adolescenti e i ragazzi delle scuole secondarie.
Le righe precedenti, per rendere senz’altro espliciti lo spirito e i contenuti della presente rubrica, che si preannuncia davvero interessante e che la professoressa sfrutterà per dialogare con gli ex allievi dei suoi laboratori e, specialmente, con i visitatori de «L(’)abile traccia». I quali sono dunque invitati a contattarla (l’indirizzo di riferimento è marisa.napoli@fastwebnet.it) per interpellarla con fiducia, domandandole — in merito alle dinamiche e regole teoriche su cui si fonda in genere il “bel comporre” — i chiarimenti e le delucidazioni più svariate.
Sarà anche possibile (ma solo dopo aver consultato questa pagina) spedirle per e-mail i propri inediti; la professoressa li commenterà volentieri in “La parola alla parola”, usandoli inoltre come spunto concreto per illustrare e svelare a pieno i segreti meccanismi della scrittura creativa nonché delle affascinanti discipline (l’arte retorica e la critica) che le sono strettamente connesse.
|
Il Purgatorio ci attende
-Giorgio Mannacio e l’allegoria del presepe-
|
La costruzione del mondo
A Marisa Napoli, con gratitudine ed affetto
Cantò, per quelli che non ricordano,
ciò che resta della città, dopo il diluvio.
Rifiuti ammassati, raccolti a rifugio
di nuovi rapaci,
di sempreverdi e sepolte radici.
Nella memoria e nella previsione
di antica e nuovissima guerra
diceva: ma qui ci vuole
un po’ di cartapesta per fingere la terra
da sempre arata ed un libro robusto
a sostenere il peso del monte gelato
nella notte della cometa. Dipingeremo
sul fondale
alberi d’alto fusto
per il popolo alato e un cielo
carta da zucchero
e, per stelle, interstizi. È leggero
il volumetto delle poesie che regge il ponte
per l’ospite straniero
distratto da quegli angeli sul rapinoso torrente
che guardano a valle e additano
con le mani di pietra, dall’altra parte,
una sorgente.
Ci stava, di fronte, un universo
immobile ma denso di meraviglia
e fuori
brillavano alte luci che pensavamo
mai destinate a morire.
Eravamo indecisi se collocare un sole
sopra tutta la scena oppure
lasciare che provvisorio
scendesse su questo mondo di carta
chiarore di Purgatorio.
Giorgio Mannacio
![]()
Carissimo Giorgio,
è bello iniziare il 2008 con un regalo così bello: una poesia in cui, come nel tuo stile, guardi sempre agli scenari apocalittici del degrado attuale tra montagne di spazzature e guerre; ma nello stesso tempo comunichi, con accorata leggerezza, la necessità di ricostruire questo nostro mondo.
E lo fai con la memoria infantile (che tanti ci ritroviamo dentro) della costruzione del presepe di cartapesta, “[...] universo/ immobile ma denso di meraviglia”.
Belle e cariche di senso allegorico le due immagini dei libri a sostegno di questo mondo di carta: il “libro robusto” che regge le montagne e “[...] leggero/ il volumetto delle poesie che regge il ponte/ per l’ospite straniero”.
E, insieme, avverto la consapevolezza che, se qualche luce pioverà, sarà solo “chiarore purgatoriale”: a espiazione delle nostre responsabilità nei confronti delle generazioni future.
Ti ringrazio,
Marisa Napoli
|
Le immagini sono (C) Carlo Peroni 2001
È vietato l’uso commerciale e la rimozione delle informazioni di Copyright
![]() |