Una recensione
a cura di Leandro Piantini
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L’autrice di Porci con le ali, che ha alle spalle una lunga e fortunata carriera di narratrice, con Le seduzioni dell’inverno ha centrato il bersaglio, ha scritto un romanzo singolare e ispirato, che affronta con piglio sicuro uno dei temi più abusati della letteratura, l’amore. Qui si racconta dell’innamoramento di un uomo, Stefano, che ha lasciato la moglie Sara, vive da single in modo scoraggiato e infelice, e di lavoro fa l’editor di libri di narrativa.
Il problema dell’amore domina l’avvincente racconto. Un bel giorno una certa Sophie si fa trovare nella casa di Stefano, dice di essere la domestica di Sara ed è venuta da lui poiché la sua ex moglie è partita per le vacanze. L’uomo se la trova in casa di cui essa ha le chiavi, ne è subito colpito, non è giovane né bellissima ma è affascinante, colta e misteriosa, fa i lavori di casa con disinvolta eleganza. Ben presto i due finiscono a letto e la cameriera diventa l’amante dello scombussolato Stefano, innamorato e felice. La felicità dura un paio di mesi fin quando avviene il doloroso risveglio, un giorno Sophie scompare e in pieno agosto l’uomo piomba nella prostrazione più nera. A questo punto non voglio raccontare come la storia prosegue e si conclude, poiché questo è un romanzo in cui la trama conta davvero.
Direi che Le seduzioni dell’inverno affronta di petto il rapporto uomo-donna e lo svolge in modo certamente originale e ricco di colpi di scena. Il rapporto uomo-donna ma anche il rapporto donna-donna poiché Sara e Sophie si sono alleate e l’innamoramento di Stefano è opera loro, che non sono propriamente amiche ma condividono la passione del gioco e a causa di esso un giorno Sophie, il cui vero nome è Annamaria, si era trovata ad avere con la ricca Sara un debito di 15.000 euro. Dopodiché avevano fatto una scommessa. Sara aveva parlato dell’ex marito come di un uomo incapace di innamorarsi, e l’amica aveva accettato di scommettere il denaro perso al gioco, avrebbe provato a fare innamorare questo “cuore in inverno”.
Questo è il commento di Sara alla notizia che anche il gelido Stefano si è innamorato “«come un deficiente»”; “«Sei riuscita dove io non sono riuscita»”.
L’intelligenza, la freddezza e il cinismo sono qualità seducenti, e Annamaria nel rapporto con Stefano si è rivelata più dura e più forte di Sara.
Si vive in un mondo in cui l’amore è il desiderio impossibile di tutti, e fare innamorare qualcuno di sé è la prova della propria forza, come sapersi innamorare è il segno della propria autenticità umana.
Annamaria è di gran lunga il personaggio principale del romanzo di Lidia Ravera, che con lei ha dato vita ad una delle figure più intriganti in cui mi sia capitato di imbattermi negli ultimi tempi. Sa fare innamorare sia uomini che donne, e infatti è una lesbica e anche con gli uomini quello che si rivela la sua arma vincente nel gioco della seduzione è proprio la sua omosessualità, che le crea intorno un alone di imprendibilità e di mistero che fa perdere la testa sia agli uomini che alle donne. Una delle pagine più toccanti e profonde è quella in cui Sara deve riconoscere la propria sconfitta, poiché essa amava Stefano e non si era mai rassegnata a perderlo. Quando sa che ci è riuscita Annamaria il colpo è troppo duro e la ferita cocente: “La gelosia non è un sentimento, è la forza primitiva del dolore. La verità rivelata: vedo nel tuo amore per un altro essere umano, specchiata, la tua indifferenza per me”.
Chi ne esce meglio, alla fine, sembra proprio Stefano. L’amore lo ha reso migliore, più generoso, gli fa fare viaggi faticosi per svelare l’enigma di Annamaria. Anche Sara è uscita dalla sua dorata indifferenza di donna ricca e ha accettato il dolore causatole dall’abbandono del marito. Chi ne esce con le ossa rotte è a mio parere invece Annamaria, chiusa nel suo narcisismo coatto e nel suo misterioso potere sugli altri che sembra più una condanna che un privilegio. Quando la vediamo ricomparire davanti a Stefano non so quanto la cosa sia da prendere sul serio. Sembra più un tocco di suspense dovuto all’abilità della narratrice che l’inizio di un capitolo nuovo della storia.
Leandro Piantini
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Le immagini sono (C) Carlo Peroni 2001
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