Altre recensioni di Simonetta De Bartolo: L’Oasi e la neve, Due granelli nella clessidra, I milioni di luoghi, Mulinare di mari e di muri, Germogli, Fiori di vetro e Approdi 
 
 
Una recensione 
a cura di Simonetta De Bartolo
 
 
 
 
 
Adriano D’Aloia, 
Buio dei miei occhi
LietoColle, Faloppio, 2007
 
 
Non una giustapposizione di emozioni, sensazioni, stati d’animo, squarci paesaggistici, come un lettore poco attento potrebbe pensare, ma l’urgenza di conservare la continuità storica dell’anima connota la poesia di Adriano D’Aloia, la cui intonazione a volte cupa, quasi di stampo tassesco, insistente sui temi del “vuoto”, della notte, del dolore, del buio ecc., se, da una parte, è caratterizzata, in alcuni casi, da una deficienza della trasfigurazione poetica, dall’altra è espressione dell’interiore battito originario, non manca di approdi ad un ritmo poetico disteso e riesce a trovare la “breccia” verso luoghi specchiantisi nell’oceano, verso azzurrità riposanti. Un sofferto desiderio d’amore, d’“amoressia”, un tenace ancoraggio al ricordo, che tutto avvolge in un’aura di vago e d’indistinto, puntellano il dettato poetico e lo sostanziano di ulteriori profonde significazioni. La ricerca tormentosa del linguaggio, della parola e della sua collocazione ritmica ha esiti positivi che fanno bene sperare. 
 
Simonetta De Bartolo
 
 
Le immagini sono (C) Carlo Peroni 2001 
È vietato l’uso commerciale e la rimozione delle informazioni di Copyright 
 
 
 
 
Torna alla homepage de «L(’)abile traccia»      Torna alla homepage delle recensioni